Dalla preistoria alla storia

Lapidari alessandrini

Lapidari arabi

Lapidari medievali

 

Sono state le pietre particolari e le gemme che hanno fatto la storia della mineralogia.

Fede, magia, scienza; terapia mistica, terapia magica, terapia fisica; fiducia in potenze extra naturali e fiducia nell’azione della materia, tutto si ritrova mescolato in intimo modo nella vita che le pietre, i minerali , e le gemme, in particolare, ebbero nella mentalità dei nostri predecessori.

 

La preistoria

Una delle prime gemme utilizzate addirittura dal periodo neolitico fu il lapislazzuli. Questa roccia o "gemma" di colore blu azzurro, permeata di significati magici e sacrali, fu molto apprezzata e ricercata.

Da Mehrgarh in Pakistan, nella valle dell’Indo, provengono vaghi di lapislazzuli associati a turchese e steatite, rinvenuti in contesti databili a circa 7000 anni a.C.

In Iran, presso Tell-i-Bakun, circa 4500 anni a.C. l’industria gemmaria locale tagliava il lapislazzuli in vaghi poliedrici cubici a spigoli smussati.

In Mesopotamia (all'incirca l'Iraq di oggi) a Tepe Gawra, centro della cultura Ubaid; il lapislazzuli faceva la sua comparsa, insieme a turchese, ametista e berillo, nel 4500 a.c. sotto forma di vaghi lavorati sul posto. Dal 3000 al 2000 a.C. qui fiorì la civiltà Sumera la cui tecnologia avanzata e la passione per l'ornamento della persona sono testimoniate dal tesoro di oro e gemme trovato ad Ur tra il 1922 ed il1934 dall'archeologo inglese Sir Leonard Woolley (1880-1960) . I minerali trovati nelle tombe erano prevalentemente oggetti di lapislazzuli, corniola ed agata.

 

La culla della mineralogia.

Se è vero che la razza umana ebbe la culla in oriente è anche vero che l’Oriente fornì pietre preziose all’umanità in misura assai maggiore dell’occidente.

E’ naturale quindi che i popoli di quelle regioni (Cina ed India in particolare) siano stati i primi maestri nell’insegnare agli altri il valore di quei corpi preziosi e i primi ideatori delle loro virtù magiche e terapeutiche.

La Cina

In Cina queste nozioni si tramandarono per lo più nella tradizione orale, dato che la religione di Confucio ha sempre cercato di allontanare, almeno ufficialmente, ogni opera di questo genere.

Il materiale su cui abbiamo più notizie è la "giada" .Le "giade" in Estremo oriente ed in Cina in particolare furono sempre i minerali più apprezzati in quanto carichi di significati simbolici e di autentica "energia" cosmica. La sacralità delle "giade" fu tale da conferire loro sovranità e potenza magica, poteri medicamentosi e taumaturgici; nutrimento dello spirito e capaci di assicurare l’immortalità. Il materiale usato dai cinesi era la "giada" nefrite nelle varie gamme cromatiche che si estendono dal bianco candido al giallognolo, al grigio scuro, all’avana, fino al giallo verdastro ed al verde intenso scuro.

I maggiori e più importanti giacimenti di nefrite del mondo antico erano situati nel Turkestan orientale cinese (Sinkiang), tra le valli di Yarkand e Khotan, lungo i contrafforti settentrionali della catena del Kuen-Lun. Sin dal neolitico, i giacimenti alluvionali del Sinkiang fornivano ciottoli lavorabili per la produzione artistica cinese.

Alla ricerca circondata da una particolare atmosfera di sacralità erano adibite soltanto le donne.

Ornamenti di giada della cultura Songze (4000-3000 a.C.) sono conservati a Pechino nel museo della storia cinese.

Al contrario presso le civiltà siro-mesopotamiche, ed egizia, egeo-cretese, greca, fenicia, etrusca e romana, le giade trovarono solo eccezionalmente impiego nella gioielleria e nella glittica.

Se mancano documentazioni attinenti alle epoche primitive, esistono tuttavia testimonianze più recenti.

Babilonia

Al tempo di Mitridate esisteva in Babilonia un Zachelias che scrisse per quel Re un libro in cui si attribuiva alle gemme il destino degli uomini.

Sia gli Assiri che i Babilonesi usavano piccoli cilindri di pietra o di minerali sui quali erano incisi gli emblemi, i simboli, i nomi che avevano prescelto come contrassegno personale.

Egitto

Gli egiziani rivolsero assai presto alle pietre preziose la loro attenzione studiandole sotto tutti i punti di vista. Essi, però, rimasero celebri nella storia della mineralogia perché furono i primi ad imitare artificialmente gemme e pietre dure e si distinsero su tutti gli altri popoli nella difficile arte di intagliarle: arte che venne detta glittica. Molte leggende esistono di pietre meravigliose cui gli Egiziani annettevano virtù soprannaturali , ma troppo vaghe e leggendarie.

Un riflesso sulla virtù esoterica delle gemme, o per lo meno l’alto valore simbolico che gli Egiziani attribuivano alle gemme, l’abbiamo nel Libro del Levitico, dove è detto che il Signore ordinò il numero e la qualità delle pietre che dovevano ornare il Razionale del giudizio del Gran Sacerdote.

E’ probabile che in quel libro di Mosè si rispecchino nozioni egiziane portate dal legislatore, nato ed educato alla corte dei Faraoni.

La fama maggiore degli Egiziani è dovuta però alla glittica che si diffuse, in epoche che possiamo chiamare preistoriche, a Micene, a Creta, in Grecia e presso gli Etruschi.

 

Dalla preistoria alla storia.

Con questa serie di popoli, l’assiro, il babilonese, l’egiziano, l’ebraico, l’iranico, si fa sufficientemente chiara la mentalità orientale sul soggetto gemme e minerali. Detta mentalità, fino ad una determinata epoca storica, rimase limitata nelle regioni di nascita, senza aver modo di varcare i confini dell’Occidente. Col mescolarsi poi delle usanze e con i viaggi cominciarono a mescolarsi usanze, varie culture si sommarono dando luogo ad una cultura più o meno unificata nella quale è difficile ricercare l’origine di ogni notizia.

Fu però, una caratteristica delle prime trattazioni occidentali delle pietre, -sporadiche o organizzate in veri trattati - considerare questi minerali in un modo che può essere detto assolutamente scientifico, tenendo conto dello sviluppo mentale dell’epoca.

Nacquero così i Lapidari, orientali ed occidentali, diversi per mentalità, ma con un filo conduttore comune.

 

I lapidari

L’uomo e’ sempre stato, per sua natura, attratto da ciò che era bello, prezioso, misterioso. non e’ strano quindi il suo interessamento per le gemme, che molto spesso hanno queste tre caratteristiche in comune. Nel corso dei secoli il valore intrinseco di queste pietre si é modificato anche ad opera di fattori esterni. Alla rarità’ ed alla bellezza, si sono sommate infatti altre caratteristiche che hanno le loro radici in altre scienze che non siano la mineralogia, come ad esempio l’astrologia e la medicina. Molta era nel passato l’ignoranza dell’Uomo, ma egli per sua natura e seguendo l’istinto, ha sempre cercato una risposta alle domande che via, via gli si ponevano. Domande che trovavano pero’ una risposta sempre nell’ambito del mondo con cui era in contatto: nella natura prima di tutto, e quando questa non bastava, nelle forze soprannaturali.

Non si può dire con esattezza dove, come, e perché nascono e si sviluppano le credenze umane, ma noi possiamo cercare almeno di spiegare in che modo esse siano riconducibili ad oggetti terreni in tutti i sensi: le pietre appunto. I popoli orientali furono i primi a conoscere le pietre preziose e ad attribuire ad esse magiche virtù; virtù che si potevano molto più’ facilmente riscontrare nella fantasia dei dotti dell’epoca che non nelle gemme vere e proprie. In ogni caso, dette proprietà rimasero impresse nella mete di questi popoli e le nozioni misteriose si tramandarono nel tempo in maggior parte nella tradizione orale, ma spesso anche per iscritto. Rappresentante per eccellenza di questi scritti può essere considerato il lapidario.

I lapidari sono opere che si occupano delle pietre e delle loro molteplici qualità. A seconda dell’epoca in cui sono stati redatti e dalla nazionalità del loro autore essi hanno estensione, scopo e criteri strutturali assai diversi. Basti pensare che a volte sono costituiti solo da poche pagine, mentre a volte sono dei veri e propri libri il cui contenuto si può ricondurre alla magia, alla scienza occulta, alla medicina. Ciò che però si e’ portati a credere è che i lapidari fossero simili o comunque strutturalmente riconducibili, a manuali, testi di consultazione per gioiellieri, amatori o addirittura re e principi, perché per essi dalle gemme che avevano nelle loro insegne, dipendeva la salute, la durata del regno e la felicità del popolo. Questi testi non nacquero subito come opere organiche ben definite, ma come ammassi di nozioni vaghe riscontrati specialmente nei poemi dell’India e della Grecia. I primi scritti non possono essere infatti considerati come lapidari dato che per lo più si tratta di libri con argomentazioni molto limitate. Con il passare del tempo pero’, e con l’evolversi delle civiltà’ questi testi assunsero forme ben definite, tanto che oggi si può parlare di vari tipi di lapidari.

 

Lapidari orientali

I lapidari orientali, siano essi cinesi o indiani , sono fondamentalmente magici, anche se unitamente alle altre virtù intrinseche della pietra, considerano il suo valore commerciale, i pregi ed i difetti.

Lapidari cinesi

Le notizie sulle gemme si trovano sparse nei libri di tutte le epoche e di tutte le dinastie del celeste impero. Molte di queste notizie riguardano le virtù magiche delle pietre, ma anche la nascita , le virtù ed i simbolismi dei singoli minerali.

Lapidari indiani

In India, al contrario della Cina, si tramandarono le virtù magiche e soprannaturali delle pietre per iscritto nei loro libri. A quando risalga la ideazione dei "lapidari "indiani non è possibile stabilirlo, anche se la compilazione è abbastanza recente. I più antichi scritti dell’india classica e specialmente il Kama Sutra, hanno numerosi richiami alla magia delle gemme ed alla loro influenze sulla sorte del possessore.

Lapidari classici

Nei lapidari classici occidentali accade invece un fenomeno differente; mentre i più antichi conservano una linea di studio obiettiva, naturalistica, basata sulle caratteristiche naturali di ciascuna pietra, sui luoghi di origine, sulle qualità organolettiche, che si spingono fino alle virtù terapeutiche, man mano che ci si avvicina alle epoche più recenti questo carattere scientifico muta per dar luogo al magismo, il cui massimo viene raggiunto nei lapidari bizantini.

Il primo trattato di Mineralogia e Gemmologia che ci sia pervenuto è il lapidario attribuito a Teofrasto -"Intorno alle pietre"- scritto intorno al 315 a.C. in cui l’autore si sofferma in particolare sulle gemme adoperate nella glittica del periodo classico.

Teofrasto codifica le teorie di Ippocrate e di Platone per il mondo minerale formando i primi "raggruppamenti". Divide le "pietre" in maschi e femmine, dando origine alla teoria della loro riproduzione e attribuisce loro alcune proprietà magiche - giova particolarmente agli occhi - Affiorano quindi le caratteristiche più tipiche attribuite alle "pietre" che sono essenzialmente magiche, medicinali e terapeutiche.

Passaggio tra la mentalità classica occidentale e quella alessandrina e’ il lapidario "Materia medica" di Dioscoride (......a.C.) che elenca 200 pietre e gemme utili e ponte quello di Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che racchiude credenze orientali ed occidentali.

 

Lapidari alessandrini

I lapidari di tipo classico pagani subiscono però una notevole trasformazione passando per il filtro cristiano. Manipolati dai monaci, furono mondati da ogni frase di magia e fu riferito solo a Dio qualsiasi potere miracoloso che poteva avere una pietra. Trasformati cosi’ in veste cristiana i lapidari classici rimasero in vita ed aumentarono anzi il gradimento popolare e dello studioso.

Un terzo tipo di lapidario si veniva pero’ delineando nell’epoca alessandrina: il lapidario glittico. Essi sono di origine egiziana e molto rari nella letteratura occidentale. Le opere di questo tipo non si preoccupano della materia che costituisce la gemma, ma semplicemente dell’immagine che in essa e’ incisa ed alla quale si attribuisce tutto il valore magico e mistico. Bisogna ricordare che gli egiziani furono maestri nell’incisione delle pietre a cui assegnarono poteri misteriosi. Tale tradizione si conservo’ ad Alessandria dove ebbero particolare fortuna le pietre gnostiche, in altre parole pietre su cui erano incise misteriose figure che la magia dotava di arcani poteri. Le figure, incavate come sigilli, potevano essere segni astrologici, cabalistici, cristiani. Tutto era valido per far assumere ad una pietra una qualità talismanica e per confortare un credente.

 

Lapidari arabi

La serie dei lapidari arabi comincia nell’ VlII secolo con "Il libro delle pietre" di Jabir Ben Hayyan. Dal punto di vista scientifico, invece, verosimilmente i più importanti sono quelli di Muhammad ibn Mansur scritto nel XII secolo che classifica le pietre per peso specifico e durezza e descrive varietà e luogo di provenienza e "Fior di pensieri sulle pietre preziose ". del mercante arabo Ahmed Ben Jussuf Al Teifash che nel 1242 scrisse un trattato molto interessante sulle pietre preziose, nel quale per la prima volta in occidente vengono citati i loro prezzi sui mercati del Medio Oriente Le pietre proposte sui quei mercati e classificate secondo la scala dei prezzi dell’epoca erano: il rubino, lo smeraldo, il diamante, lo spinello, l’occhio di gatto, lo zaffiro, lo zircone, il corindone giallo, il berillo, la turchese, il granato almandino.

 

Lapidari medievali

Il cosiddetto Medio Evo fu un fedele continuatore dell’evo antico e nei lapidari di questo periodo si ritrova tutta la magia e tutto il filosofeggiare scientifico dell’antichità. Tra i molti lapidari medievali il lapidario per eccellenza, e’ quello scritto in esametri latini da Marbodo vescovo di Rennes tra il 1067 ed il 1081 e tradotto in provenzale, francese, italiano, spagnolo, irlandese, danese ed ebreo.

Nel Rinascimento l’interpretazione magica non ancora sopita cede finalmente il passo a quella scientifica e inizia la moderna mineralogia.