VAUQUELIN Nicolas, Luis (1763-1829)

fu in successione: Docente di Farmacia, Membro dell’Istituto di Francia (1795), Professore alla Scuola Centrale dei Lavori Pubblici (che divenne il Politecnico) (1794), Professore al Collegio di Francia (1801), al Museo di Storia Naturale (1804), Membro dell’Accademia di Medicina (1812). Sperimentatore di grande talento, questo grande chimico occupò i posti più prestigiosi della professione. Egli fu anche incaricato, nel 1795, di insegnare la docimastica all’Ecole des Mines. Divenne allora Saggiatore Ufficiale dei metalli preziosi e pubblicò, nel 1799, un manuale di ricerca.

I lavori di Vauquelin sono estremamente vari, nei regni animale, vegetale, minerale. Nel campo della chimica, le sue due scoperte più importanti sono quelle del cromo e dell’ossido di berillio, ma fece anche l’analisi di numerosi minerali che gli erano forniti da Hauy, o che lui stesso prelevava dalle collezioni dell’Ecole des Mines. Lavorò sulla leucite, la steatite, il peridoto, lo spinello, il topazio, la gadolinite, il "wolfram," l’anatasio; a lui si devono le analisi della cerite, del diaspore, della clorite, della pechblenda, del topazio..... e di molti altri minerali. Partendo dall’analisi del piombo rosso di Beresovsk (Urali) Vauquelin scoprì nel 1797 un nuovo elemento che, in ragione dei colori vivaci dei suoi derivati, fu chiamato "cromo" su consiglio di Fourcroy e di Hauy. Nel 1798, Hauy chiese a Vauquelin di comparare le composizioni chimiche dell’acquamarina (berillo) e dello smeraldo di cui aveva indicato l’identità delle proprietà cristallografiche; non soltanto Vauquelin ne stabilì l’identità delle composizioni chimiche, ma mise in evidenza la presenza di una "terra" (ossido) di un elemento nuovo che chiamò glucine, a causa del sapore zuccherino del suo solfato. L’elemento ottenuto sotto forma metallica nel 1828, fu chiamato berillio dai tedeschi.