DUFRENOY Pierre, Armand (1792-1857),

entrato all’Ecole Polytechnique nel 1811, allievo dell’Ecole des Mines nel 1813, fu nominato nel 1818 assistente dell’Ispettore degli studi e Conservatore delle collezioni dell’Ecole che non avrebbe più lasciato. Professore assistente di Mineralogia nel 1827, Professore nel 1835, ed infine Direttore dal 1847 alla sua morte, in più, nel 1847, divenne il successore di Brongniart alla cattedra di mineralogia del Museo. Fu membro dell’Accademia delle Scienze dal 1840. A questa brillante carriera, Dufrénoy affiancò un’ importante opera scientifica che si suddivideva tra la geologia e la mineralogia. Geologo, con il suo collega Elie de Beaumont, ebbe l’incarico da Brochant de Villiers di realizzare la carta geologica della Francia, che doveva servire da strumento fondamentale per la ricerca delle sostanze minerali utili, seguendo in questo l’esempio degli inglesi, che avevano già pubblicato una carta geologica fino dal 1815. Dufrénoy e Elie de Beaumont furono così i primi geologi cartografi francesi ufficiali e il loro lavoro fu il punto di partenza di tutti gli studi di cartografia geologica che seguirono.Dufrénoy fu anche un grande mineralogista che amava le collezioni.Grazie alla sua influenza, il Museo acquisì della collezione di Hauy, prezioso tesoro storico ricco di 8000 campioni che era stato venduto alla Gran Bretagna alla morte del geniale fondatore della cristallografia. Nel corso della sua vita, descrisse numerose specie nuove, tra cui l’arseniosiderite, la gedrite,la pentlandite, così come un certo numero di varietà.

Ma l’opera mineralogica capitale di Dufrénoy fu il suo Trattato di mineralogia in 4 volumi (Parigi, 1844-1847). La grande risonanza delle scoperte di Hauy aveva fatto acquistare un’importanza preponderante ai criteri di determinazione puramente cristallografici, le sostanze minerali che non si presentavano ben cristallizzati, erano allora scartate. In seguito si produsse una reazione, promossa da Beudant e soprattutto dallo svedese Berzelius ,il quale affermava che la sola base scientifica reale di tutta la descrizione di un minerale era la chimica, la mineralogia, diventava così una branca accessoria di questa disciplina. Dufrénoy, al tempo stesso naturalista, eminente cristallografo e chimico accorto, constatò con ragione che tutta la definizione corretta di una specie minerale si poteva fare associando cristallografia e composizione chimica.

Con questo spirito Dufrénoy realizzò il suo Trattato; il primo volume conteneva un’esposizione teorica di cristallografia geometrica e fisica, e una descrizione dei metodi chimici di determinazione. I tre volumi successivi sono dedicati alla descrizione delle specie, illustrando le forme cristalline caratteristiche e la composizione chimica.

5.

Come affermava Lacroix nel 1931 (Mémoires de l’Académie des Sciences): questo Trattato non somiglia ai trattati d’oggigiorno; non soltanto è utile da consultare, ma può ancora essere letto, poichè anche se è erudito non risulta affatto noioso. Ha contribuito a sviluppare in Francia il gusto per i minerali ed ha mantenuto vivo il fuoco sacro degli amatori, un tempo numerosi, che li raccoglievano e li collezionavano; così essi facevano avanzare la Scienza, non fosse altro perchè servivano da fornitori agli specialisti. Bisogna riconoscere che questa specie di naturalista diviene sempre piu rara.

L’incessante progresso della scienza che contribuisce alla conoscenza della materia minerale, e che sollecita un profondo interesse, attira i ricercatori, ma ne restringe fatalmente il numero. Quelli che restano si allontanano ogni giorno di piu dalla natura per confinarsi nei laboratori ben attrezzati. Bisogna essere grati agli autori che sanno conservare una giusta misura e, nei loro scritti, non pensano soltanto agli iniziati. Dufrénoy fu uno di questi". Queste osservazioni possono essere ancora utilmente formulate per alcune opere "mineralogiche" attuali.