La Commissione dei nuovi minerali e nomi dei minerali (C.N.M.M.N.) dell’Associazione Mineralogica Internazionale (I.M.A.)

Criteri per la definizione di un nuovo minerale

Procedure per la convalida di un nuovo minerale

Scelta del nome

Cammino della procedura

Conclusioni

Referenze

La creazione di un organismo internazionale incaricato del controllo delle nuove specie minerali e della loro nomenclatura appariva come una necessità agli occhi di numerosi mineralogisti al fine di evitare il caos che regnava in questo settore. Prima del 1959, data di creazione dell’IMA, nessuna regola stretta si applicava in effetti alla definizione di specie minerali nuove. Numerosi nuovi nomi erano stati creati su iniziativa dei ricercatori con tutti i rischi inerenti a descrizioni erronee, incomplete o doppioni con minerali esistenti. M. Fleischer (1961) constata infatti che su 583 nuovi minerali apparsi fra il 1940 e il 1959, 106 si sono rivelati identici a delle specie esistenti, 97 erano delle semplici varietà e 69 descrizioni erano incomplete. In totale il 46% delle specie avevano dunque una validità dubbia. Un altro esempio di confusione nella nomenclatura può essere illustrato con la cordierite: questo minerale è stato designato con 23 nomi diversi che si rapportavano sia a varietà locali sia a leggere differenze nella composizione chimica o nelle proprietà fisiche. Non esisteva inoltre alcuna garanzia riguardo alla conservazione del materiale tipo, cosa che rendeva aleatoria ogni comparazione ulteriore con del nuovo materiale.

L’I.M.A. è stata creata nel 1959 e la sua Commissione dei nuovi minerali e nomi dei minerali fu incaricata del controllo delle nuove specie e della loro nomenclatura. La prima riunione ebbe luogo a Copenhagen nel 1960 e ivi furono definite le regole di funzionamento. Nel 1962, nel corso della riunione tenuta allo Smithsonian Institution di Washington, i membri presenti della Commissione emisero il loro primo verdetto: la roquesite inaugurò il nuovo sistema internazionale di riconoscimento delle specie minerali.

Le regole attuali di funzionamento della C.N.M.M.N. riflettono il risultato di una serie di protocolli successivi, incessantemente migliorati e adattati alle nuove tecniche di analisi. Si possono citare i lavori successivi di Hey et al. (1961), Fleischer (1970), Donnay e Fleischer (1970), Mandarino et al. (1984), Nickel e Mandarino (1987), Dunn e Mandarino (1988) e l’ultimo adattamento di Nickel (1996).

L’ufficio della Commissione è composto da un presidente, un vice presidente e un segretario, eletti dai membri della Commissione e dotati di incarichi ben definiti:

Oltre a questi membri ufficiali, la Commissione si compone attualmente di 29 delegati nazionali rappresentanti i seguenti paesi:

Australia, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cina, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Israele, Italia, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Russia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Repubblica Ceca, Stati Uniti.

 

Criteri per la definizione di un nuovo minerale

Un minerale può essere definito come una sostanza solida, inorganica e cristallizzata avente una composizione chimica, e delle proprietà fisiche ben definite. Risulta da un processo geologico terrestre o extra-terreste, senza intervento dell’uomo. Per questo le scorie o i depositi delle ciminiere di fabbriche non sono considerati come minerali.

Una nuova specie minerale deve possedere una composizione chimica e delle proprietà cristallografiche diverse da quelle di una specie esistenti. Come fa osservare Nickel (1996), una debole variazione nella composizione chimica può giustificare una nuova specie a condizione che un elemento minore stabilizzi la struttura o che la sua presenza in un certo sito provochi delle modificazioni strutturali legate alla sua carica o alla sua diversa dimensione. Di contro, un elemento può sostituirne parzialmente un altro senza che ne risultino dei cambiamenti strutturali maggiori. In questo caso, le varietà chimiche sono designate da un solo nome di minerale, accompagnato da un aggettivo chimico; per esempio: pirite nickelifera. Il caso di minerali aventi la stessa composizione chimica ma cristallizzanti in sistemi differenti è più delicato da risolvere. Seguendo i casi si potranno sia distinguere due minerali diversi [esempio FeS2 pirite (cubica) e marcassite (ortorombica), diamante (cubico) e grafite (esagonale)], sia prendere in considerazione solo una specie (esempio: analcime con polimorfi cubici, tetragonali, monoclinici ecc. in funzione di variazioni minori nell’ordine delle localizzazioni Al e Si nella struttura). Alcuni polimorfi e i politipi (composti che si distinguono da una periodicità differente nella sovrapposizione degli strati) sono designati da un solo nome di specie seguiti da un suffisso strutturale (esempio: eterogenite-2H e eterogenite-3R, lepidolite-2M1 e lepidolite-3T).

 

Procedure per la convalida di un nuovo minerale

Un mineralogista che desidera far riconoscere una nuova specie minerale deve sottoporre una proposta al presidente della C.N.M.M.N. A tale scopo completerà un formulario tipo facendovi figurare i seguenti dati:

Minerale trasparente: isotropo-anisotropo, uniassico-biassico, segno ottico, indici di rifrazione, angolo 2V, dispersione, pleocroismo, assorbimento, orientamento rispetto agli assi cristallografici.

Minerale opaco: colore a luce riflessa, riflessioni interne, isotropo-anisotropo, biriflettanza, indici di riflessione misurati con diverse lunghezze d’onda.

 

Scelta del nome

Il problema del nome da dare ad una nuova specie minerale merita una discussione più approfondita. Bisogna prima di tutto fare in modo di dare un nome sufficientemente distinto da quello di un minerale preesistente (langbånite e langbeinite, smithite e smythite, sono nomi che possono portare a confusione). Bisognerà distinguere gli omonimi aggiungendo il nome al cognome della personalità prescelta: youngite e brianyoungite, melonite (dalle miniere Melones in California) e melonjosephite (da Joseph Melon). Si dovrà controllare anche che un nome proveniente da lingue come il russo e il cinese sia pronunciabile senza troppe difficoltà da un latino o un anglosassone (przhevalskite o xiangjiangite). In ogni caso il nome dovrà essere adattato ai caratteri latini. Bisogna comunque riconoscere che dei nomi come vandendriesscheite o haapalaite possono essere molto ardui per i lettori asiatici.

E’ tassativo che il nome di un nuovo minerale sia scelto in funzione di uno dei quatttro criteri seguenti:

1. Dedica ad una personalità che si è distinta in mineralogia o scienze affini (esempio: haüyne, mandarinoite). La persona il cui nome è stato scelto deve dare il suo accordo. E’ escluso di dare il nome di una personalità politica artistica o sportiva, benchè questo sia successo in passato (nyerereite per il presidente della Tanzania Julius Nyerere).

2. Allusione alla morfologia o a una proprietà fisica del minerale. Si tratta allora, nella maggior parte dei casi della giustapposizione di radici greche e/o latine (esempio: astrocyanite-(Ce) che designa delle rosette di colore blu.

3. Allusione alla composizione chimica del minerale spesso per giustapposizione di simboli chimici (tantalite, umohoite, che contengono U, Mo, O, H.

4. Richiamo del luogo geografico di scoperta: paese, provincia, località, miniera, fiume (esempio: tunisite, coloradoite, kipushite).

L’etimologia di alcuni nomi antichi che risalgono al passato non corrisponde ai criteri finora enunciati (esempio: galena (Plinio 77 DC) cinabro (Teofrasto, 315 AC).

Un nome già attribuito può essere anche modificato con dei prefissi quali clino-, orto-, para-, meta-, pseudo-, che implicano delle modifiche strutturali, una disidratazione o delle somiglianze con un minerale preesistente (esempio: clinocalcomenite, pseudomalachite). Un suffisso può anche distinguere due minerali appartenenti allo stesso gruppo, ma di composizione chimica diversa. E’ il caso in particolare dei simboli di Levinson utilizzati per i minerali contenenti le terre rare [esempio: florencite-(La) e florencite-(Ce)].

 

Cammino della procedura

Il formulario menzionante il massimo dei dati relativi alla nuova specie viene spedito al Presidente della Commissione. Quest’ultimo può in questa fase richiedere delle precisazioni ulteriori all’autore. Il presidente della CNMMN redige una memoria che invia ai diversi delegati nazionali, che hanno 2 mesi di tempo per esprimere un voto (si, no, astenuto) accompagnato da eventuali commenti.

Per essere ammessa come nuova specie minerale, una proposta deve ricevere i 2/3 dei voti espressi e almeno la metà dei delegati nazionali deve aver espresso il voto. Il nome è accettato se il 50% dei voti espressi da almeno la metà dei delegati sono positivi. L’astensione equivale a un voto negativo.

Il presidente della Commissione trasmette allora il risultato dei voti e dei commenti dei delegati all’autore della proposta. In caso di accettazione, l’autore dispone di due anni per la pubblicazione della descrizione completa del minerale in una rivista scientifica. Passato questo tempo il minerale ammesso, ma non pubblicato, viene invalidato.

In caso di voto sfavorevole, l’autore può presentare un nuovo dossier che tenga conto delle osservazioni e dei desideri dei membri della Commissione. Verrà allora applicata la stessa procedura precedentemente illustrata.

L’autore non può fare menzione del nome della nuova specie né diffonderne dei campioni finché non è stata pubblicata. Per evitare che eventuali ricercatori perdano il loro tempo studiando un minerale che credono essere nuovo mentre in realtà è già stato individuato da un collega, ha avuto il parere della C.N.M.M.N., ma non è stato ancora pubblicato, la Commissione diffonde regolarmente nel Canadian Mineralogist una lista dei minerali recentemente ammessi dall’I.M.A. Questo schedario comprende il numero di registrazione dell’I.M.A., la formula chimica, un riassunto delle proprietà chimiche, cristallografiche e ottiche senza menzionare il nome del minerale né il nome degli autori né la localizzazione geografica.

 

Conclusioni

Il processo della convalida delle nuove specie minerali messo a punto dalla C.N.M.M.N. dell’I.M.A. fa appello alla competenza e all’esperienza dei mineralogisti rappresentanti la comunità scientifica internazionale. Esso è garante della qualità della nomenclatura mineralogica.

 

 

 

Referenze

Donnay, G. and Fleischer, M. ( 1970 ): Suggested outline for new mineral descriptions American Mineralogist, 55, 1017-1019.

Dunn, P.J. and Mandarino, J.A. ( 1988 ): The Commission on New Minerals and Mineral Names of the International Mineralogical Association; its history, purpose and general practice, Mineralogical Record, 19, 319-323.

Fleischer, M. ( 1970 ): Procedures of the International Mineralogical Association Commission on New Minerals and Mineral Names, American Mineralogist, 55, 1016-1017.

Hey, M.H., Guillemin, C., Permingeat, F. and de Roever, J.P. ( 1961 ): Sur la nomenclature Minéralogique. Décisions de la Commission des Nouveaux Minéraux et des Noms de Minéraux de l’Association Internationale de Minéralogie. Bulletin de la Société française de Minéralogie et de Cristallographie, 84, 96-105.

Mandarino, J.A., Nickel, E.H. and Cesbron, F. ( 1984 ): Rules of procedure of the Commission on New Mineral Names, International Mineralogical Association. American Mineralogist, 69, 563-564.

Nickel, E.H. and Mandarino, J.A. ( 1987 ): Procedures involving the I.M.A. Commission on New Minerals and Mineral Names and guidelines on mineral nomenclature. American Mineralogist, 72, 1031-1042.

Nickel, E. ( 1996 ): The I.M.A. Commission on New Minerals and Mineral Names: Procedures and guidelines on mineral nomenclature, 1997. Unpublished proposition, 12 pp.